
“Paesaggi personali è un paesaggio plurale in cui il personale – privato e intimo – si apre alla rivelazione e alla condivisione. Un panorama composto da singole storie, quelle degli artisti Antonello Ghezzi, Sergia Avveduti,Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Luca Caccioni, Fabrizio Corneli, Marco Degl’Innocenti, Lori Lako, Erika Pellicci, Sandra Tomboloni, che si esplica in una pluralità di punti di vista e inquadrature, di riflessioni e stati d’animo. Ogni opera è un posto dove non siamo mai stati, un sentimento che non abbiamo ancora provato.
La notte del primo ottobre 2021 è caduto un meteorite tra Pistoia e Prato. Una roccia di colore nero intenso di pochi centimetri di diametro e che pesa fra i 30 e i 100 grammi ha attraversato il cielo ed è stata avvistata da ben otto telecamere. Il meteorite non è stato ancora recuperato e gli scienziati si sono appellati agli abitanti della zona, che si sono organizzati per le ricerche. Una parte di universo sconosciuta è caduta sulla Terra proprio in questo periodo, qui vicino, suscitando inevitabilmente attenzione, sogno, curiosità e interesse scientifico.
In un momento in cui siamo iper-connessi e tutto sembra a portata di mano, inscatolato e catalogato, un piccolo frammento di roccia extraterrestre ci richiama al mistero e alla distanza.
Nicolas Bourriaud nel suo recente saggio Inclusioni. Estetica del capitalocene ci ricorda la preoccupazione di Aby Warburg quando nel 1896 nel suo scritto Il rituale del serpente dice: “Il telegrafo e il telefono distruggono il cosmo. Il pensiero mitico e il pensiero simbolico, lottando per attribuire una dimensione spirituale alla relazione dell’uomo con il suo ambiente, hanno fatto dello spazio una zona di contemplazione o di pensiero, spazio che la comunicazione elettrica istantanea annienta”.
Il tema del paesaggio è un tema infinito, che ci parla dell’incontro di natura e cultura, dello stratificarsi di gesti, scelte, tradizione e innovazione. L’opera d’arte può diventare quel dispositivo trasformatore che ci fa compiere un passo indietro e che ci fa introdurre volontariamente una distanza con il mondo esterno, per vederlo e sentirlo in modo nuovo.
Un percorso tra video, sculture, installazioni, interventi site-specific, carte, disegni, fotografie, luci, proiezioni e apparizioni, in cui i termini più ricorrenti sono: stratificazione, memoria, terra, trasparenza, architettura, cielo, origine, limite, destinazione.
La mostra Paesaggi personali, a cura di Serena Becagli, osserva alcuni aspetti della rappresentazione, del sogno, della ricostruzione del paesaggio, della riflessione sul cosmo e su quello che ci sta intorno, in cui alcuni artisti – di diverse generazioni e di diversa provenienza geografica – si confrontano in una convivialità delle differenze.”

“Marco Degl’Innocenti (Firenze, 1972) porta avanti una ricerca che indaga tutti quegli aspetti riguardanti la manualità, la creazione e il rapporto tra l’artista e le sue opere, tra la mano e i suoi strumenti. Il tema del lavoro, con i suoi attrezzi e i suoi tempi, si traduce in curiosi collegamenti di materiali e oggetti, che coesistono in perfetta armonia con gli elementi naturali.
L’opera Terra perduta rende esplicito questo concetto. Innestando il calco in bronzo delle sue mani su due strumenti da lavoro – sul manico di una zappa e di una vanga – l’artista crea una sorta di autoritratto che però non è un busto da collocare su un piedistallo, ma una protesi, uno strumento che idealmente estende le capacità, senza la presunzione di elevarsi, ma restando appoggiato a terra, toccando letteralmente il suolo. La mano tocca, plasma e crea, la mano accarezza, la mano è lavoro e riposo, è creazione e piacere.
Questa simbiosi tra l’uomo, i suoi strumenti, la natura e il paesaggio, è ben percepibile nella serie di disegni Accordo. Qui l’artista cerca, e trova, armonia tra elementi apparentemente inconciliabili e lontani, ma in realtà estensione e propaggine della terra. Sul disegno a grafite di un ramo si sovrappone la riproduzione di una chiave inglese, una replica in gesso, un materiale che si confonde con il foglio bianco da disegno, riportando a una consonanza naturale tra elementi. Una sintonia che avviene attraverso un processo artistico e di visione.” (Serena Becagli)





PAESAGGI PERSONALI
Antonello Ghezzi, Sergia Avveduti, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Luca Caccioni, Fabrizio Corneli, Marco Degl’Innocenti, Lori Lako, Erika Pellicci, Sandra Tomboloni
5 dicembre 2021 – 29 gennaio 2022
a cura di Serena Becagli
Galleria ME Vannucci, Pistoia